Il reflusso gastro esofageo: sintomi, diagnosi e soluzioni

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La malattia del reflusso gastroesofageo è causata dal reflusso nell’esofago del contenuto dello stomaco con sintomi specifici e ben classificabili che possono essere esofagei o extraesofagei.

Fra i primi possiamo annoverare: pirosi, rigurgito e dolore toracico che può essere confuso con un infarto del miocardio.
Fra i sintomi extraesofagei troviamo, invece, il prurito alla gola, raucedine, disfonia persistente, sensazione di corpo estraneo a livello orofaringeo, tosse notturna, odinofagia, otiti catarrali specie in età pediatrica, sinusiti.

Quando si è in presenza di questi sintomi è consigliato rivolgersi ad un otorinolaringoiatra che possa effettuare un esame videolaringoscopico per diagnosticare eventuali lesioni da reflusso quali laringite cronica, ulcere, granulomi delle corde vocali.

Importante, ai fini di una corretta diagnosi, risulta anche un esame del PH nelle 24 ore per verificare la presenza di un battere (l’Helicobacter pylori) il cui habitat naturale è il muco gastrico e la cui presenza risulta essere correlata ad una prognosi peggiore della malattia.
Tale batterio può essere diagnosticato mediante biopsia della mucosa o test del respiro o UBT secondo la dizione inglese.

La terapia per questo disturbo del reflusso gastroesofageo è basata su alcune norme igienico dietetiche di base con modificazioni dello stile di vita e della dieta: assumere pasti piccoli e frequenti, escludere bevande gassate e caffè, alcolici, cibi grassi e fumo.

Il paziente dovrebbe evitare di coricarsi nelle prime due/tre ore dopo i pasti e dovrebbe dormire con la testa sollevata rispetto ai piedi.

Il secondo passo è rappresentato dalla terapia farmacologica a base di farmaci che inibiscono la secrezione acida o che favoriscono lo svuotamento gastrico.

 

Dott.ssa Simonetta Calamita
Specialista Orl
Allergologia pediatrica
Foniatra

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